Avevo già parlato di Gianni D’Errico in questo articolo. Vittorio era suo fratello minore, ancora adolescente quando nel 1975 dovette subire il dramma della morte improvvisa di un fratello maggiore che era già autore di canzoni per altri, e che aveva appena terminato le incisioni per il suo bellissimo disco d’esordio, prodotto da Maurizio Vandelli.
Proprio parlando di Gianni D’Errico io e Vittorio ci eravamo incrociati virtualmente alla fine del 2014, quando io avevo perso da poco mio padre. Gli passai una scansione di un articolo da una rivista indipendente, giacché si parlava di suo fratello, e Vittorio stava scrivendo un libro a lui dedicato.
Poi parlando del più e del meno gli dissi che venivo da un periodo burrascoso, fatto di ospedali, visite mediche e cure per una brutta reazione alla morte improvvisa di mio padre. La sua risposta mi raggelò. “Anch’io sono in cura”, mi disse. “Sono in metastasi inoperabile e prendo un cocktail di farmaci, quando mi sento bene suono ancora”, e poi come se nulla fosse riprese a farmi domande sulla musica, sull’ecologismo a lui tanto caro e che un po’ ci legava.
Vittorio era insegnante alle elementari, e oltre a scrivere canzoni come suo fratello – belle, alcune molto belle, anche se nulla è stato pubblicato ufficialmente su disco – era un maestro amatissimo dai suoi alunni, e un grande amante della salvaguardia dell’ambiente.
Voglio ricordarlo con due sue canzoni, una registrata nel 1991 e l’altra più recente, composta e incisa probabilmente – come altre – per regalarla e farla cantare ai suoi alunni.
So che Vittorio aveva una figlia, che oggi forse frequenta l’Università. Se mi stai leggendo oggi, tra un mese o tra un anno, tuo padre ci teneva tanto a completare il libro su tuo zio, ma forse lo sai già: raccogli il suo progetto oppure contattami su Instagram e posso aiutarti a indirizzarti a persone che potrebbero fare tesoro del materiale scritto da tuo padre e portare a compimento il libro.
Tuo padre era una bella persona.
Sembra materiale buono, mi ricorda certe cose tipo Neil Young, virato sull’italico
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Le strutture delle canzoni sono molto psych-pop fine sixties…come anche questa: https://www.youtube.com/watch?v=iyFwSpoitPs
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Cercati i Not moving, DI Piacenza mi pare, primi 90..
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I Not Moving sono di Piacenza ma anni 80. Il batterista Tony Face ha un blog.
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sì anni ’80, hai ragione, sovrapponevo male i ricordi. so di averli visti di spalle a Nick Cave trent’anni fa, e di esserne rimasto folgorato
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Gran gruppo effettivamente.
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Ignoravo…Grazie per avermi presentato questa personalità vocale che mi piace molto.
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Mi piace molto il primo brano. Il secondo, con quel suono di chitarra ripetuto, quasi ossessivo, mi dà l’idea di seguire le onde nel loro andare. Grazie. Isabella
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