Oltre (Human Cannonball)

Alla fine del Tempo
farei un balzo infinito:
varrebbe la pena rischiare
per sapere che c’è
oltre questo terrario
che chiamiamo pianeta,
monitorati come rettili
ignari di ciò che c’è oltre.
Dentro la terra delle radici,
dentro il tempo delle radici,
quel che quotidianamente ho visto
è.
Un uomo con giacca rossa,
calzoni verdi
e un tamburino tra le mani
mi vola addosso.
Piovono uomini dal passato
o forse da un futuro
tornato passato:
fuoriescono da cunicoli in cielo.
Vengono a darsi in prestito
al terzo millennio
rotolando su un suolo
di campi vecchi d’aratro.
C’è un laboratorio di esseri
chiamati a raccolta
come burattini narcotizzati
sparati da cannoni di là
e fuoriuscenti da donne di qua,
attraversando l’abisso
in un istante.
Ogni volto è solo una guaina,
formalità estetica
per avviare una nuova sciarada.
Così alla fine del Tempo,
dopo aver visto tutto,
vorrei restar di qua.
O forse migrare di là
a lanciar pupazzi dal cielo.
Allora forse deciderei
di rientrare comunque nel terrario,
bisognoso di rivarcare
il confine dimenticato
nel grembo della solitudine.

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This work is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.

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