Una bambina solleva il pollice,
lo schiera come un’antenna
opposta al mignolo dell’altra mano.
Vuol dimostrare a sé stessa
che sa inarcare le schiene delle mani
come bestie a quattro zampe,
che sembrano dinosauri.
E se il medio è la lunga testa
l’indice e l’anulare sono le zampe anteriori
il pollice e il mignolo le posteriori.
La fa camminare sul suo corpo
come un ragno: si esplora.
La bestia solleva la testa,
mentre la mamma sta friggendo qualcosa
forse un uovo.
La bambina chiude il pugno,
poi lo schiude pian piano,
e versando il suo pasto immaginario nel piatto
ruota il dorso verso l’alto.
Si accorge che le vene sono ruscelli
tra le nocche-montagne,
vi soffia sopra ed è tempesta
scuote la mano ed è terremoto.
La cena è pronta,
e la mano torna ad esser mano,
umida di fantasia
in attesa del prossimo
piccolo gioco.
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