Sondaggio ed omaggio! (Parte Prima)

La domanda del sondaggio è: quale tra queste tre poesie pubblicate nel blog vi piace di più? L’obiettivo è quello di selezionare.
Tutti i partecipanti alla serie di sondaggi potranno richiedere privatamente (appena pronto) un ebook-anteprima in pdf di qualcosa che bolle in pentola e collegato a questo blog, che per me è la carta vivente di un work-in-progress.
L’ebook conterrà, oltre a una selezione casuale di 12 poesie dal blog, anche un’appendice con tre poesie mai “rilasciate” sul blog e che non saranno mai pubblicate in alcun modo in futuro, poiché appartengono a un periodo molto distante nel tempo.
In futuro seguirà un secondo e probabilmente un terzo sondaggio. Potete partecipare semplicemente commentando questo post col titolo della poesia che è di vostro (maggiore) gradimento tra le tre, ma potete anche allargarvi nel commento.
Grazie a tutti!

Mauro

Ho inscatolato l’acqua del mare

Ho inscatolato l’acqua del mare
in una scatola non di legno
ma di emisferi cerebrali
socchiusi
per farne sgorgare un po’
nei momenti di sete.
Ho girato un video all’acqua del mare:
suona alla stessa maniera
di decenni fa
quando posavo in foto da bambino
aggrappato a funi di vertigini.
Sul retro del porto
stretto e dimenticato
neanche gli insetti vogliono stare:
solo sabbia e rifiuti
sullo strapiombo
e oggi
più di ieri
ciabatte scomposte
di piedi ignoti
persi chissà dove,
stecche di legno
che un tempo impalcavano gelati
e nemmeno una nave
a turbare un silenzio di
grida di bambini
ammutolite da anni,
voci rimaste rannicchiate
in epoche diverse
nei buchi delle rocce,
le stesse dove si urinava nascosti
in passeggiate sfilacciate di nebbia,
ché da bambini non c’è tregua di pudore.
Ho inscatolato la mia infanzia
che è sempre lì,
nell’acqua ruvida e corrusca
di silenzi rugosi.
Acqua oggi come ieri
o come sarà tra cent’anni,
a imbavagliarci di carezze
spumeggianti memorie.


Tu sei un esercito

Tu sei un esercito di bambole scalze
evocate per far compassione,
che infuriano di tenerezza,
di pioggia arrabbiata in grandine
che trabocca e costringe,
un po’ tutti
un po’ a tutto.
Crescendo più veloce degli occhi che hai addosso
vivi la tua percezione in differita
mentre l’impronta che lasci nel letto
germina e sfugge di vita propria.
Serri le labbra
come a nascondere in bocca un gioco,
consapevole che la parola ormai fuggita dalla tana
è un animale che non torna più indietro.
Sotto la pioggia indurita,
ingurgitata da una curva molle
stoni i semitoni dei tuoi passi nudi.
Una figura di cartapesta attende invano parole
spuntando tra la nebbia e la pietra
a braccia e gambe allargate
(una croce greca).
Dicono che ad ogni bacio segua una risposta:
Lui resta immoto sui tufi,
ondeggia,
scricchiola il muso
e poi si dissolve.
Ma tu sei un esercito,
e correrai muta
per sempre.


Dieci code di lucertola

Una lucertola smette di arrostirsi al sole
poi stacca la coda con un morso.
Ne ricresce immediatamente un’altra,
poi un’altra ancora,
lei le stacca tutte fino alla decima.
Ora ha un suo corteo di dieci code
che vibrano di vita
come un fremito sulla terra.
Giunge un gatto, spaesato,
afferra una coda
e insegue le altre
con giri di pupille
mentre la lucertola fugge via,
rintanandosi nella cerniera
tra la terra e il tramonto.
Ho rovistato nell’imbottitura del sogno
cercando di capirne il senso,
ma non c’era altro oltre questo.
Ho visto la mia ombra,
l’ho raccolta da terra,
stesa ad asciugare al sole,
e poi strappata
a pezzettini,
lanciati per aria come coriandoli.
Tanta gente s’è affollata,
inconscia dell’ubiquo tentativo,
mentre le vene pulsavano
solo dalla mia parte.
Crescono gambe alle parole,
che giocano a tirar calci
ai frammenti dei finti me.
Troppo tardi, quando l’inganno è svelato,
e le parole calciano il nulla,
sono già in salvo.
E se i muri saranno affamati,
se i pavimenti sputeranno lingue,
se gli occhi segneranno tagli sulla pelle
imparerò dalla lucertola,
a distrarre tutti,
moltiplicandomi con frammenti
dal mio stesso odore,
svestendomi d’ombra
per sviare,
ancora una volta,
occhi imperfetti e predatori di sangue.

33 pensieri riguardo “Sondaggio ed omaggio! (Parte Prima)”

  1. Io voto “Ho inscatolato l’acqua del mare”. È stata una scelta difficile, perché in un modo o nell’altro mi piacciono tutte e tre, ma la prima è quella in cui percepisco un senso di “tempo che passa e ricordi che rimangono immutati”, e quindi per me ha un quid in più. 🙂

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    1. Grazie per il parere! E’ una delle due che mi piacciono di più rispetto a una terza…con questo commento ti sei guadagnata il pdf con le 3 poesie inedite, una delle quali venne pubblicata a metà anni 2000 su una rivista culturale del mio Ateneo.

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  2. Condivido il pensiero di Monique. Non mi piace partecipare a sondaggi, ma mi sono incuriosita e ho letto. Penso che sei bravo con le poesie, mi piacciono tutte, considero la meno riuscita Tu sei un esercito, sceglierei per prima Ho inscatolato l’acqua del mare, molto ben costruita e con belle immagini.
    Un saluto.

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  3. Bella la prima, molto evocativa. Immagino che la seconda sia dedicata a una donna, forse a un amore finito, se non ho interpretato male il senso delle parole. Anche la terza è molto bella, mi ha colpita perché avrei bisogno anch’io di imparare qualcosa dalla lucertola 😉 Difficile scegliere, ma sarei propensa a dare un voto in più alla tua infanzia inscatolata.

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    1. Grazie Alessandra! Sono versioni ancora provvisorie (come molto di ciò che è sul blog, alcune le reputo definitive altre no), vorrei “risciacquare un po’” (la manzoniana risciacquatura in Arno…) nel 2017 quella poesia composta un anno fa, ora so su quale delle tre puntare per limare qualcosa che ancora non mi convince 👍

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  4. Ho letto con interesse e piacere.
    Mi piace molto “Ho inscatolato l’acqua del mare”
    Anche “Dieci code di lucertola”

    Grazie
    gb
    Non mi piace l’idea della partecipazione a un sondaggio…

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      1. Non è scarno è diretto e semplice. Magari un pelino di colore…se clicchi su personalizza ti dà colori e sfondi…ti scegli un colore da poeta….😁😁😁

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