Si tratta di un testo scritto nel 2010 per una canzone, o meglio un esperimento mal riuscito di canzone rimasta solo un’idea (esiste in realtà una registrazione, ma la reputo davvero non degna di essere pubblicata). Questo era il testo.
Camminando su e giù
per città grigie e blu
mi trovai su un oblò,
che sbirciandoci un po’
ci vedi cose incredibili.
Un’antica pazzia,
sbriciolare un’idea,
domandarsi se poi
dai frammenti si può
costruire un’immagine.
E l’ambizione,
veloce e greve,
ci mastica,
ci riempie d’età
e i contorni ci lucida.
Dolci catene risuonano
in una testa libera,
l’aria si gonfia e scivola via.
Con quel gusto aristocratico
di far scoppiar bolle candide
una mano
si innalza
su me…
la vedo,
ci credo.
Sotto un lampione di carbone,
il mondo sfuma
e ci profuma
di miniere di polvere.
E nonostante veda
una salita, sottosopra,
questa realtà
si comincia a distruggere.
Dolci catene risuonano
in una testa libera,
l’aria si gonfia e scivola via.
Con quel gusto aristocratico
di far scoppiar bolle candide
una mano
si innalza
su me…
la vedo,
ci credo.
This work is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.