Palpita come un cuore di nuvola
l’estate attorcigliata nella testa
di farfalle gelate,
sospese come le statue umane
sorprese a Pompei.
Forse la morte é un punto di vista,
un buco di silenzio,
e in questa slabbratura
(chiamiamola villeggiatura)
vorrei farci una vacanza breve,
nella testa delle farfalle gelate,
per vedere com’è.
Dimenticarmi ora d’esser vivo
prima di diventare
antiquariato da cimiteri,
che sono solo gli uffici
dei corpi smarriti
in epopee di preghiere,
esondate dalle gole
e spazzate via
dai custodi (di) ogni sera.
Io corro quindi
in qualche testa,
spertugio grotte spettinate di luce,
pasticcio qui e là
su pupille di burro,
sulle calotte
dei vivi, maleducandoli bene.
È una vacanza dai sensi,
ma intanto io incido
graffio
squamo
scrollo
buco
sgravo
affilo:
se questa è la mia morte,
sopravviverò nelle toilette
dei cervelli,
bicarbonandomi di leggerezza,
quando sarò anch’io
un divertente blackout
di farfalla gelata.
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