Parlare della Locanda delle Fate è sempre un’emozione: pochissimi album, uno solo davvero da considerare – lo splendido Forse le lucciole non si amano più del 1977, recentemente storicizzato come Pietra Miliare della musica italiana da Ondarock (la più autorevole fanzine musicale italiana) ma di fatto siamo al 40esimo anno di carriera. Questo bellissimo brano intitolato La Giostra restò escluso da quel grande album per questioni di minutaggio del vinile, ma è stato fortunatamente ripreso e registrato in studio qualche anno fa.
Lei, aggrappata ai nervi miei
che stan saltando in orbita su me,
paura non ne ho
ma, fermo qui, miraggi vedo già.
E un coniglio in sosta trovai
sopra il fucile del vecchio Joe,
lo salvai con dolci e poi
mi accorsi che rideva.
Nei confini di una stanza
ti senti tutto come a corte un re,
e pronte mille navi per mille mari
salperanno già.
Poi mi giro e in porto c’è lei,
lei che mi stava spiando già.
Pazzo che insegnarle vorrei
l’anima a non rubare.
E dove finisce e comincia il mare
c’è un posto dove vorrei
vendere piano parole al sole,
sulla mia giostra con lei.
E se il vento forte del mare la sabbia alzerà
contratterò anche la mia libertà.
La giostra è impazzita
e l’aria brucia,
Potessi scenderei giù ma
la corsa è appena incominciata
e il gioco accettare dovrò.
Ma se l’altra sponda del mare alla fine vedrò,
chi scaccerà via dalla mia anima
lei, aggrappata ai nervi miei
che stan saltando in orbita su me.
Paura non ne ho
ma fermo qui miraggi vedo già.
E un coniglio in sosta trovai
sopra il fucile del vecchio Joe,
lo salvai con dolci e poi
mi accorsi che rideva.
Nei confini di una stanza
ti senti tutto come a corte un re.
E pronte mille navi per mille mari
salperanno già
Poi mi giro e in porto c’è lei,
lei che mi stava spiando già.
Pazzo che insegnarle vorrei
l’anima a non rubare.
Il Calamaio Elettrico 